
L’Inchiesta Urbanistica che sta coinvolgendo il Comune di Milano ed il Sindaco Giuseppe Sala
L’Inchiesta Urbanistica che, secondo numerosi organi di stampa, coinvolgerebbe anche il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, ha acceso un acceso dibattito giuridico e politico.
A oggi, come detto dal Sindaco nel corso del Consiglio Comunale, tuttavia, non risultano comunicazioni ufficiali da parte dell’autorità giudiziaria. Di quanto si discute pubblicamente si ha notizia unicamente dai media. Pertanto, ogni valutazione merita di essere effettuata con il massimo rispetto del principio costituzionale di presunzione di innocenza.
L’indagine, condotta dalla Procura di Milano e riferita alla cosiddetta Inchiesta Urbanistica Milano, sembrerebbe riguardare alcune operazioni di natura urbanistica e rapporti con soggetti privati. Tra i reati che, sempre secondo quanto riferito dalla stampa, parrebbero contestati vi sono:
- False dichiarazioni sulla propria o altrui identità o qualità personali;
- Induzione indebita a dare o promettere utilità.
L’articolo che segue ha carattere informativo e si basa unicamente su fonti giornalistiche, mantenendo un tono tecnico e distaccato. Ogni persona coinvolta in indagini preliminari è da ritenersi non colpevole sino a sentenza definitiva, come previsto dall’art. 27, comma 2, della Costituzione italiana.
Il Contesto dell’Inchiesta Urbanistica Milano
L’inchiesta milanese parrebbe ruotare attorno ad alcune operazioni urbanistiche avvenute nel territorio del Comune di Milano. Le cronache giornalistiche riferiscono che sarebbero al vaglio degli inquirenti i rapporti intercorsi tra amministratori pubblici e operatori privati, nell’ambito della pianificazione urbanistica e dell’approvazione di progetti edilizi.
Secondo le fonti stampa, si farebbe riferimento ad atti, delibere e comunicazioni aventi rilievo per la realizzazione o trasformazione di immobili, tra cui si menzionano interventi su aree sensibili della città.
Non vi sono elementi ufficiali che confermino o smentiscano tali ricostruzioni. Tuttavia, è proprio in ragione della rilevanza istituzionale del ruolo del Sindaco che la notizia ha destato particolare attenzione.
Capo di Imputazione 1: False Dichiarazioni su Qualità Personali Proprie o Altrui
Il primo dei reati che, secondo la stampa, sarebbe oggetto di contestazione nell’ambito delle indagini preliminari, riguarda il delitto di cui all’art. 495 c.p., ovvero le false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie o di altri.
Tale fattispecie penale punisce chi, in un atto pubblico o destinato a una pubblica amministrazione, dichiari falsamente dati rilevanti, ad esempio in merito a incarichi ricoperti, titoli posseduti o rapporti giuridici in essere.
Nel caso specifico, sembrerebbe che le indagini ipotizzino una falsa rappresentazione da parte del Sindaco o di altri soggetti coinvolti circa la posizione di un dirigente comunale o circa l’attribuzione di incarichi rilevanti.
Ancora una volta, va ribadito che non risultano atti ufficiali che confermino questi dettagli. L’eventuale sussistenza del reato dovrebbe, in ogni caso, essere valutata alla luce della sussistenza dell’elemento soggettivo del dolo e della rilevanza giuridica della dichiarazione.
Secondo la giurisprudenza costante della Cassazione, la falsità deve essere materiale e rilevante, e la dichiarazione deve essere idonea a generare un effetto giuridico o a incidere su una decisione amministrativa.
Capo di Imputazione 2: Induzione Indebita a Dare o Promettere Utilità
Altro reato oggetto di attenzione mediatica nell’ambito dell’Inchiesta Urbanistica Milano è quello previsto dall’art. 319-quater c.p.: Induzione indebita a dare o promettere utilità, delitto peraltro ricompreso tra i reati “presupposto” della Responsabilità Amministrativa degli enti ex Decreto 231 del 2001.
Tale fattispecie si colloca a metà tra la concussione e la corruzione, e punisce il pubblico ufficiale che, abusando della sua funzione o dei suoi poteri, induce taluno a dare o promettere indebitamente denaro o altra utilità, anche in favore di terzi.
Nel caso specifico, sembrerebbe che le indagini preliminari ipotizzino un comportamento pressante da parte di un soggetto pubblico nei confronti di operatori privati, volto a ottenere vantaggi, nomine o altro tipo di utilità patrimoniale.
Una simile ricostruzione, se confermata, implicherebbe l’esame di intercettazioni, atti amministrativi, testimonianze e ogni altro elemento utile a dimostrare:
- L’esistenza di un abuso di potere;
- Il carattere indebito della promessa o dell’utilità;
- L’effettiva induzione, che si distingue dalla costrizione propria della concussione.
Anche in questo caso, è bene sottolineare che tutto ciò parrebbe desunto da fonti giornalistiche. Nessuna conferma ufficiale è stata rilasciata al momento della redazione di questo articolo.
Analisi Giurisprudenziale del Reato di False Dichiarazioni
La Corte di Cassazione ha più volte chiarito che il reato di cui all’art. 495 c.p. richiede, per la sua configurabilità, non solo l’elemento materiale della dichiarazione mendace, ma anche la consapevolezza e volontà dell’agente di fornire informazioni false. L’individuazione della “qualità personale” rilevante, ai fini della norma, dipende dalla connessione tra la dichiarazione e le conseguenze giuridiche che essa può determinare.
In tema di pubblica amministrazione, la falsa indicazione di titoli, esperienze o rapporti interni è ritenuta particolarmente grave se idonea a influenzare procedimenti selettivi, nomine o concessioni. Tuttavia, occorre sempre valutare l’effettiva incidenza sull’atto amministrativo e l’intento dell’autore.
In linea con questi orientamenti, un Avvocato Penalista chiamato a difendere un soggetto sottoposto a indagini preliminari per tale ipotesi ha il compito di dimostrare l’assenza di dolo e la marginalità della dichiarazione eventualmente resa.
Approfondimento Tecnico sull’Induzione Indebita e Differenze dalla Corruzione come nel caso dell’Inchiesta Urbanistica del Comune di Milano
L’induzione indebita è una figura relativamente recente, introdotta dalla legge n. 190/2012 (c.d. legge Severino) per rafforzare il contrasto alla corruzione. Essa si distingue dalla corruzione per il fatto che l’iniziativa parte dal pubblico ufficiale, ma il privato non aderisce con piena libertà: viene “indotto”, ossia spinto a promettere o dare un’utilità per evitare pregiudizi o ottenere vantaggi.
Il nodo centrale è la volontà: nella corruzione è libera e consapevole; nell’induzione è frutto di pressione indebita. Questo implica che le indagini preliminari devono accertare non solo l’accordo tra le parti, ma anche la natura dell’interazione, il contesto e l’eventuale posizione dominante del pubblico ufficiale.
La giurisprudenza più recente (Cass. pen., Sez. VI, n. 31928/2023) ha ribadito che l’induzione indebita si configura anche quando l’utilità è solo parzialmente spontanea, purché vi sia un abuso di potere o di funzione.
Impatto Istituzionale e Considerazioni Finali
Un’inchiesta che coinvolge un Sindaco in carica, peraltro di una metropoli come Milano, solleva inevitabilmente riflessioni sul piano istituzionale. La fiducia nelle istituzioni è un bene prezioso e ogni procedimento penale che riguardi figure apicali va trattato con equilibrio e rigore.
Al contempo, è essenziale non confondere l’atto investigativo con la colpevolezza. L’eventuale esercizio dell’azione penale non equivale a una condanna, così come l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto per garantire il diritto alla difesa.
Nel rispetto delle garanzie costituzionali, ogni cittadino ha diritto a un processo giusto e a una valutazione imparziale. Il compito dell’Avvocato Penalista è proprio quello di assicurare che il contraddittorio venga rispettato fin dalla fase delle indagini preliminari, tutelando ogni persona da derive mediatiche o populiste.
Alla luce di tutto ciò, l’opinione pubblica è chiamata a mantenere senso critico e attesa. Il diritto penale moderno è costruito sulla base di prove, garanzie e sentenze, non su supposizioni. E solo la verità processuale, una volta accertata, potrà dare risposta alle domande sollevate dall’Inchiesta Urbanistica Milano sul sindaco Giuseppe Sala.