Responsabilità Preposto Infortunio 231: cosa stabilisce la Cassazione n. 32520/2025?

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Sentenza Responsabilità Preposto Infortunio sul lavoro decreto 231
Sentenza Responsabilità Preposto Infortunio sul lavoro decreto 231

Perché la Responsabilità del Preposto è così importante negli infortuni sul lavoro?

La sentenza n. 32520/2025 della Corte di Cassazione rappresenta un momento cruciale nell’interpretazione giuridica della Responsabilità del Preposto in caso di Infortunio sul lavoro con aspetti che riguargano la responsabilità amministrativa ex Decreto 231. La vicenda giudiziaria ha coinvolto un capocantiere che, in qualità di Preposto, non ha impedito un grave infortunio a un operaio caduto da una scala mentre puliva il soffitto in preparazione a lavori di rifacimento dell’intonaco.

Il caso evidenzia come la figura del Preposto, prevista dall’art. 2 del D.Lgs. 81/2008, assuma una posizione centrale nella gestione della sicurezza sul lavoro. Tale ruolo non è soltanto formale, ma costituisce una posizione di garanzia: ciò significa che il Preposto non si limita a sovrintendere, bensì deve impedire attivamente il verificarsi di eventi lesivi.


Qual è il fatto concreto che ha portato alla condanna del Preposto nell’ambito del processo per infortunio con risvolti ex D.lgs. 231/01?

L’operaio stava eseguendo un’attività preparatoria: la pulizia del soffitto. Pur non essendo formalmente indicata tra le sue mansioni, tale attività rientrava nell’area di rischio tipica della lavorazione ed era svolta sotto la vigilanza del Preposto.

La difesa ha tentato di sostenere che il comportamento del lavoratore fosse abnorme, quindi tale da escludere la responsabilità del Preposto. La Cassazione, tuttavia, ha escluso questa tesi: l’abnormità del comportamento, infatti, si configura solo se l’azione del lavoratore è del tutto estranea e imprevedibile rispetto al processo lavorativo.

In questo caso, la pulitura costituiva un’attività preparatoria coerente con l’opera da eseguire. Pertanto, la responsabilità del Preposto è stata confermata.


Che cosa ha affermato la Cassazione sulla condotta abnorme del lavoratore?

Uno dei punti salienti della sentenza riguarda il concetto di condotta abnorme del lavoratore. La Suprema Corte ha ribadito che:

  • La condotta del lavoratore può considerarsi abnorme solo se del tutto imprevedibile e non riconducibile al ciclo lavorativo.
  • Se l’attività, anche se non espressamente assegnata, è preparatoria o accessoria e si svolge sotto la vigilanza del Preposto, non si può invocare l’abnormità.

Questo significa che l’impresa e il Preposto non possono difendersi sostenendo che l’operaio abbia svolto un compito non previsto se tale compito rientra comunque nel processo produttivo.


Quali obblighi ha il Preposto secondo la legge?

Il D.Lgs. 81/2008 attribuisce al Preposto una serie di obblighi inderogabili:

  • vigilare sull’attività lavorativa;
  • segnalare tempestivamente situazioni di pericolo;
  • impedire comportamenti rischiosi;
  • sospendere le attività in caso di pericolo grave e immediato.

La sentenza 32520/2025 rafforza questo ruolo, affermando che il Preposto non può limitarsi a una vigilanza formale, ma deve intervenire concretamente per evitare che un lavoratore si esponga a rischi.


In che modo la sentenza sulla responsabilità del Preposto a seguito dell’infortunio sul lavoro si collega al D.Lgs. 231/2001?

Qui si inserisce il tema della Responsabilità ex D.lgs. 231 del 2001 nel caso di resaponbilità del preposto a seguito di Infortunio sul lavoro . Infatti, gli infortuni sul lavoro rientrano tra i reati presupposto previsti dall’art. 25-septies del D.Lgs. 231/2001.

Se un infortunio avviene a causa di carenze organizzative o per l’omessa vigilanza del Preposto, la responsabilità non ricade solo sul singolo, ma anche sulla società. Ciò accade perché l’evento lesivo viene considerato conseguenza di un difetto nel sistema organizzativo dell’impresa.

La Cassazione, con questa pronuncia, chiarisce che le imprese devono:

  • predisporre modelli 231 realmente efficaci,
  • formare adeguatamente i Preposti,
  • garantire controlli costanti da parte dell’Organismo di Vigilanza.

Quali conseguenze ci sono per le imprese sul piano 231?

La mancata vigilanza del Preposto può tradursi in una pesante responsabilità per l’ente. Le sanzioni previste dal D.Lgs. 231/01 in caso di infortuni sono severe:

  • sanzioni pecuniarie fino a 1,5 milioni di euro;
  • interdizione dall’attività;
  • sospensione o revoca di licenze e autorizzazioni;
  • commissariamento giudiziale.

La Responsabilità Preposto Infortunio 231 non è quindi solo un tema penalistico individuale, ma una questione di strategia aziendale. Le imprese devono dotarsi di Modelli Organizzativi adeguati e aggiornati per ridurre il rischio di coinvolgimento.


Perché il Preposto è considerato una figura chiave nel Modello 231?

All’interno del Modello 231, il Preposto rappresenta l’anello di congiunzione tra le direttive aziendali e l’attività concreta dei lavoratori. Il suo ruolo è cruciale perché:

  • vigila direttamente sull’operatività quotidiana,
  • conosce i rischi concreti del cantiere o del reparto,
  • può intervenire in tempo reale per bloccare situazioni pericolose.

Se il Preposto non interviene, il difetto diventa indice di un fallimento organizzativo aziendale. Da qui discende la Responsabilità Preposto Infortunio 231, che si traduce in un potenziale processo per l’impresa.


Quali indicazioni pratiche emergono dalla sentenza per le imprese? Il caso della Responsabilità del Preposto in caso di Infortunio sul lavoro con aspetti ex Decreto 231

Le imprese devono trarre alcune linee guida operative dalla sentenza 32520/2025:

  1. Formazione specifica dei Preposti: non basta nominarli, bisogna formarli.
  2. Procedure chiare nel Modello 231: l’attività preparatoria deve essere prevista come rischio tipico.
  3. Documentazione della vigilanza: ogni intervento del Preposto deve essere tracciato e dimostrabile.
  4. OdV attivo: l’Organismo di Vigilanza deve monitorare con continuità l’effettività del ruolo dei Preposti.

FAQ sulla Responsabilità del Preposto in caso di Infortunio e risvolti 231

Quando un lavoratore è davvero abnorme?

Solo quando compie un’azione totalmente estranea e imprevedibile rispetto al ciclo produttivo.

Il Preposto può difendersi dicendo che non aveva impartito quell’incarico?

No, perché resta responsabile se l’attività è comunque connessa e sotto la sua vigilanza.

L’impresa rischia sempre in caso di infortunio?

Sì, se il fatto rivela un difetto organizzativo o la mancanza di un Modello 231 idoneo.

Come può tutelarsi l’impresa?

Con un Modello 231 aggiornato, formazione dei Preposti e controlli costanti dell’OdV.


Conclusioni: cosa insegna la sentenza 32520/2025 sulla Responsabilità del Preposto in caso di Infortunio sul lavoro con risvolti ex D.lgs. 231/01?

La sentenza 32520/2025 ribadisce un principio forte: la Responsabilità Preposto Infortunio 231 non si esaurisce nella vigilanza formale. Il Preposto deve impedire concretamente l’esposizione a rischi dei lavoratori.

Per le imprese, ciò significa che la prevenzione è l’unica vera difesa. Un Modello 231 efficace, un OdV attivo e Preposti formati rappresentano la migliore garanzia contro sanzioni e condanne.


Il Supporto dello Studio Soardi

Lo Studio Soardi di Bergamo da anni assiste società su tutto il territorio nazionale per la realizzazione e aggiornamento di Modelli Organizzativi 231. Inoltre, l’Avvocato Stefano Soardi ricopre numerosi incarichi come Organismo di Vigilanza (OdV) per aziende, offrendo competenza e supporto alle imprese per garantire una piena conformità normativa.

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