
Indice
- Introduzione
- Decreto Terra Dei Fuochi 231: cosa prevede in sintesi?
- Perché il Decreto Terra Dei Fuochi 231 riguarda tutte le imprese?
- Quali sono le nuove fattispecie introdotte dal Decreto Terra Dei Fuochi 231?
- Come cambiano le sanzioni pecuniarie 231/01 nel Decreto Terra Dei Fuochi?
- Cosa cambia sul fronte delle sanzioni interdittive?
- Il Decreto Terra Dei Fuochi 231 limita la particolare tenuità del fatto?
- Qual è l’impatto del Decreto Terra Dei Fuochi 231 sul Modello Organizzativo?
- Come devono muoversi gli Organismi di Vigilanza dopo il Decreto Terra Dei Fuochi 231?
- Perché la Lombardia è un territorio strategico per l’applicazione del Decreto Terra Dei Fuochi ?
- Il supporto dello Studio Legale Soardi
Introduzione
Il Decreto Terra Dei Fuochi 231 dell’agosto 2025, una volta vigente (è prevista la conversione in legge per l’8 ottobre 2025) rappresenterà una svolta fondamentale nella disciplina della responsabilità amministrativa degli enti. Fin dal primo articolo, il decreto inasprisce le pene per i reati ambientali e ha ampliato il catalogo dei reati presupposto previsti dall’art. 25-undecies del D.Lgs. 231/2001.
Ma cosa significa davvero per le imprese italiane? Quali saranno le implicazioni pratiche per chi deve gestire rifiuti, cantieri, bonifiche e spedizioni transfrontaliere? E come devono reagire gli Avvocati Penalisti e gli Organismi di Vigilanza per proteggere le aziende? In questo articolo di approfondimento risponderemo a tutte queste domande, con uno sguardo concreto rivolto a chi, come lo Studio Soardi di Bergamo, opera quotidianamente nel campo della compliance aziendale.
Decreto Terra Dei Fuochi 231: cosa prevede in sintesi?
Il Decreto Terra Dei Fuochi 231 è il D.L. 116/2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 agosto 2025. La sua finalità è chiara: rafforzare la lotta ai reati ambientali, soprattutto in materia di rifiuti, introducendo nuove fattispecie e aggravando le pene già esistenti.
La principale novità per il mondo della compliance aziendale riguarda l’art. 25-undecies del D.Lgs. 231/01, che disciplina i reati ambientali presupposto della responsabilità degli enti. L’articolo è stato profondamente modificato, con:
- l’inserimento di nuove fattispecie legate all’abbandono e alla combustione dei rifiuti;
- l’aumento delle sanzioni pecuniarie;
- l’estensione delle sanzioni interdittive, fino alla possibilità di applicarle in via definitiva quando l’ente sia stabilmente utilizzato per commettere gravi reati ambientali.
Perché il Decreto Terra Dei Fuochi 231 riguarda tutte le imprese?
La domanda sorge spontanea: se non opero nel settore dei rifiuti, il Decreto Terra Dei Fuochi mi riguarda comunque? La risposta è sì.
Infatti, il decreto non si limita a colpire i grandi operatori dell’industria dei rifiuti. Coinvolge anche imprese edili, società di logistica, aziende manifatturiere, cooperative e persino realtà medio-piccole che generano, gestiscono o trasportano rifiuti.
Per questo motivo, ogni impresa deve aggiornare il proprio Modello Organizzativo 231 e predisporre protocolli di prevenzione efficaci.
Quali sono le nuove fattispecie introdotte dal Decreto Terra Dei Fuochi 231?
Il Decreto Terra Dei Fuochi 231 ha introdotto nel Testo Unico Ambientale nuove figure di reato che diventano immediatamente rilevanti anche per le imprese:
- Art. 255-bis TUA: abbandono di rifiuti non pericolosi in casi particolari;
- Art. 255-ter TUA: abbandono di rifiuti pericolosi;
- Art. 259-bis TUA: aggravante per l’attività di impresa in materia di rifiuti;
- Art. 259-ter TUA: delitti colposi in materia di rifiuti.
A queste si aggiungono le modifiche agli articoli 256 e 256-bis TUA, che riguardano la gestione illecita e la combustione illecita dei rifiuti.
Queste nuove fattispecie diventano reati presupposto ai sensi dell’art. 25-undecies, con conseguente esposizione dell’ente a pesanti sanzioni pecuniarie e interdittive.
Come cambiano le sanzioni pecuniarie 231/01 nel Decreto Terra Dei Fuochi?
Le sanzioni pecuniarie a carico degli enti subiscono un significativo aumento. Le quote previste dall’art. 25-undecies vengono rialzate in più punti, fino ad arrivare a importi molto più alti rispetto al passato.
Ad esempio:
- Per l’abbandono di rifiuti pericolosi (255-ter) le quote possono arrivare fino a 600.
- Per la combustione illecita di rifiuti (256-bis) si arriva fino a 800 quote.
- Per i reati più gravi, come le attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (452-quaterdecies c.p.), le quote possono superare i 1000.
Questi aumenti rendono il rischio economico per le aziende ancora più alto, imponendo un adeguamento urgente dei Modelli Organizzativi.
Cosa cambia sul fronte delle sanzioni interdittive?
Uno degli aspetti più dirompenti del Decreto Terra Dei Fuochi 231 riguarda le sanzioni interdittive.
Il nuovo art. 25-undecies prevede infatti che, in caso di commissione di alcuni gravi reati ambientali, l’ente possa subire:
- interdizione dall’esercizio dell’attività fino a 1 anno;
- interdizione definitiva se l’impresa viene stabilmente utilizzata per commettere reati come la combustione illecita di rifiuti o il traffico organizzato.
Si tratta di una vera e propria “pena capitale” per le aziende, che rischiano di essere espulse dal mercato.
Il Decreto Terra Dei Fuochi 231 limita la particolare tenuità del fatto?
Sì. Il decreto ha modificato l’art. 131-bis del codice penale, stabilendo che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non sia applicabile per diverse ipotesi di reati ambientali.
Questo significa che anche episodi apparentemente minori possono generare responsabilità penali e amministrative a carico delle imprese.
Qual è l’impatto del Decreto Terra Dei Fuochi 231 sul Modello Organizzativo?
Il Decreto Terra Dei Fuochi 231 obbliga le imprese a rivedere radicalmente il proprio Modello 231.
Le aziende devono:
- aggiornare il risk assessment con le nuove fattispecie;
- introdurre protocolli di tracciabilità dei rifiuti e dei trasporti;
- rafforzare le verifiche sui fornitori e subappaltatori;
- implementare sistemi di allerta per abbandoni o incendi di rifiuti;
- definire procedure di emergenza e bonifica.
Lo Studio Soardi di Bergamo, con il supporto dell’Avvocato Penalista, accompagna le imprese nell’adeguamento, predisponendo modelli aggiornati e sistemi di controllo efficaci.
Come devono muoversi gli Organismi di Vigilanza dopo il Decreto Terra Dei Fuochi 231?
Gli Organismi di Vigilanza (OdV) assumono un ruolo ancora più centrale. Devono infatti:
- avere accesso diretto a cantieri, magazzini e siti sensibili;
- ricevere flussi informativi costanti dal settore HSE e dalla logistica;
- monitorare la filiera dei trasportatori e smaltitori;
- verificare la corretta applicazione delle clausole contrattuali ambientali.
Un OdV privo di poteri effettivi non sarebbe più in grado di prevenire il rischio di reati ambientali, esponendo l’impresa a pesanti sanzioni.
Perché la Lombardia è un territorio strategico per l’applicazione del Decreto Terra Dei Fuochi ?
Bergamo, Brescia Monza e Brianza, Milano e in generaler tutta la Lombardia è un territorio con una forte vocazione industriale, logistica ed edilizia. Proprio per questo motivo, le novità del Decreto impattano direttamente sulle imprese locali.
La presenza di numerose aziende con cantieri, magazzini e trasporti rende fondamentale avere protocolli chiari e controlli stringenti. Lo Studio Soardi, con sede a Bergamo, Brescia ed operativo su tutto il territorio nazionale assiste imprese che vogliono evitare rischi sanzionatori e interdittivi.
Il supporto dello Studio Legale Soardi
Il Decreto Terra Dei Fuochi segna un punto di svolta nella responsabilità amministrativa degli enti. Le imprese non possono più permettersi di sottovalutare i rischi ambientali.
Il Supporto dello Studio Soardi
Lo Studio Soardi da anni assiste società su tutto il territorio nazionale per la realizzazione e aggiornamento di Modelli Organizzativi ex D.Lgs. 231/01. Inoltre, l’avvocato Stefano Soardi ricopre numerosi incarichi come Organismo di Vigilanza (OdV) per aziende, offrendo il proprio supporto alle imprese per garantire una piena conformità normativa.