Terrorismo 231: Cosa Cambia con il Nuovo Reato ex Art. 270-quinquies.3 c.p. e l’Impatto sul Decreto 231

Compliance

Terrorismo Decreto 231 Modello Organizzativo
Terrorismo Decreto 231 Modello Organizzativo

In che modo il D.L. 48/2025 modifica lo scenario della responsabilità da Terrorismo nel sistema 231?

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’11 aprile 2025 e l’entrata in vigore il giorno successivo, il Decreto-Legge n. 48/2025 ha introdotto rilevanti novità in materia di sicurezza pubblica e terrorismo ampliando il perimetro della Responsabilità ex Decreto 231 del 2001.

Tra queste, assume particolare rilievo l’inserimento nel codice penale di una nuova figura di reato collegata al terrorismo, che va ad ampliare indirettamente il catalogo dei reati presupposto del D.Lgs. 231/2001.

Si tratta di un intervento normativo che rafforza il contrasto alla radicalizzazione e alla violenza sovversiva, incidendo direttamente sulle responsabilità potenziali delle imprese attraverso il prisma del Terrorismo 231.

Cosa prevede il nuovo reato di cui all’art. 270-quinquies.3 c.p.?

Il nuovo articolo del codice penale, rubricato 270-quinquies.3, punisce con la reclusione da due a sei anni chi, al di fuori dei casi già disciplinati dagli articoli 270-bis e 270-quinquies, si procura o detiene materiale contenente istruzioni per la fabbricazione o l’uso di armi, sostanze chimiche, batteriologiche o tecniche di sabotaggio, con finalità terroristiche, anche se rivolte contro Stati esteri o organismi internazionali.

L’aspetto più rilevante è che si tratta di un reato di pericolo presunto, in cui la semplice detenzione del materiale, accompagnata dall’intento terroristico, è sufficiente per configurare la condotta penalmente rilevante.

Questa nuova figura incide davvero sulla Responsabilità 231 delle imprese?

Sì, e in modo diretto. Pur in assenza di una modifica testuale del Decreto Legislativo 231, l’art. 25-quater prevede già una clausola di rinvio generale a tutti i reati con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico, previsti sia dal codice penale che da leggi speciali.

Di conseguenza, il nuovo reato rientra automaticamente tra i reati presupposto. Questo significa che, in caso di commissione del fatto da parte di soggetti apicali o sottoposti, anche l’ente può essere chiamato a rispondere penalmente, in presenza delle condizioni previste dal Decreto 231.

È un’estensione silenziosa ma incisiva del concetto di terrorismo in chiave 231, che obbliga tutte le aziende a un attento riesame dei propri assetti organizzativi e dei rischi potenziali.

Quali imprese sono esposte al rischio Terrorismo 231?

Sebbene il termine possa sembrare lontano dal mondo aziendale, in realtà molte imprese gestiscono dati, informazioni, tecnologie o sostanze che potrebbero essere utilizzate in modo improprio.

I settori più a rischio includono:

  • Energia e logistica
  • Informatica e cybersecurity
  • Produzione chimica o farmaceutica
  • Trasporti e infrastrutture critiche

Anche aziende apparentemente estranee a dinamiche terroristiche potrebbero ritrovarsi coinvolte qualora un dipendente o collaboratore detenga materiali pericolosi con finalità violente, sfruttando le risorse aziendali.

Come aggiornare il Modello Organizzativo per prevenire i reati legati al Terrorismo nel sistema 231?

Il Modello Organizzativo 231 rappresenta l’unico strumento difensivo che l’ente può adottare per escludere o attenuare la propria responsabilità.

Alla luce della nuova normativa, l’adeguamento del Modello dovrebbe prevedere:

  • Un’analisi dei nuovi rischi legati a materiali, processi o tecnologie sensibili.
  • L’adozione di procedure interne di controllo per impedire l’uso distorto di risorse aziendali.
  • L’inserimento di protocolli specifici per il monitoraggio del materiale tecnico-informativo.
  • La formazione periodica del personale, con focus su finalità illecite e prevenzione dei rischi terroristici.

In sostanza, è necessario integrare la dimensione antiterrorismo all’interno del sistema 231.

Che ruolo ha l’OdV nella gestione dei rischi di matrice terroristica?

L’Organismo di Vigilanza (OdV) svolge una funzione chiave nella prevenzione e nel controllo delle condotte illecite.

Nel caso del nuovo reato, l’OdV deve:

  • Verificare l’attuazione di protocolli interni efficaci.
  • Monitorare l’accesso e la circolazione di materiali sensibili.
  • Segnalare eventuali anomalie operative.
  • Proporre, se necessario, l’aggiornamento del Modello con riferimento al rischio terrorismo.

L’OdV diventa quindi sentinella del sistema 231, soprattutto in relazione alle minacce legate alla sicurezza nazionale.

Perché è importante agire subito sul rischio Terrorismo 231?

La repressione dei reati terroristici non è solo una questione di ordine pubblico, ma anche di tutela aziendale. Una condotta individuale può far ricadere gravi responsabilità sull’intero ente, compromettendone la reputazione e la continuità operativa.

Intervenire ora con una mappatura puntuale dei rischi, l’aggiornamento dei Modelli e una vigilanza concreta e documentata è l’unico modo per evitare conseguenze disastrose.


Il Supporto dello Studio Soardi

Lo Soardi Studio Legale da anni assiste società su tutto il territorio nazionale per la realizzazione e aggiornamento di Modelli Organizzativi 231.
L’Avvocato Penalista Stefano Soardi ricopre incarichi come Organismo di Vigilanza (OdV), fornendo supporto operativo e strategico alle aziende, anche in materia di terrorismo e sicurezza nazionale.


Contattaci per una Consulenza

Se vuoi mettere al sicuro la tua impresa dal rischio Terrorismo 231, lo Studio Soardi è a tua disposizione per aiutarti a costruire un sistema di prevenzione solido ed efficace.
Prenota una consulenza e proteggi la tua azienda con strumenti concreti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *