
Reati contro gli animali introdotti nel Decreto 231 del 2001: introduzione
Con l’approvazione definitiva del DDL 1308/2025, i Reati Contro gli Animali 231 entrano a pieno titolo nel perimetro della responsabilità amministrativa degli enti disciplinata dal Decreto Legislativo 231/2001. Questo cambiamento impone una riflessione strutturale sul sistema della compliance aziendale, richiedendo un aggiornamento immediato del Modello Organizzativo 231, del Codice Etico e delle attività dell’Organismo di Vigilanza. Per le imprese, si tratta di un passaggio critico che comporta obblighi normativi, sanzioni potenziali, ma anche opportunità di rafforzare il proprio assetto etico e reputazionale.
Pertanto, in questo approfondimento analizzeremo nel dettaglio cosa prevede il nuovo articolo 25-undevicies del Decreto 231/01, quali rischi comporta per le aziende, e come modificare il proprio Modello 231 per garantirsi la piena esimente. L’articolo è particolarmente utile per chi si occupa di compliance, per membri dell’OdV e per chi opera nei settori a rischio.
Il nuovo articolo 25-undevicies: la responsabilità per i Reati Contro gli Animali ex decreto 231 del 2001
La legge approvata il 29 maggio 2025 introduce nel Decreto 231 il nuovo articolo 25-undevicies, intitolato “Reati Contro gli Animali”. Per la prima volta, le condotte penalmente rilevanti ai danni degli animali entrano a far parte del catalogo dei reati che possono generare responsabilità amministrativa dell’ente. Non si tratta solo di un’estensione simbolica, bensì di una modifica sostanziale, che impone a molte aziende di rivedere radicalmente la propria gestione del rischio.
Infatti, il legislatore ha incluso nella nuova previsione i seguenti reati:
- Uccisione di animali;
- Maltrattamento di animali;
- Organizzazione di combattimenti tra animali;
- Utilizzo di animali in spettacoli o manifestazioni vietate;
- Diffusione di immagini di violenze tramite strumenti informatici.
Affinché si possa configurare la responsabilità dell’ente, il reato deve essere commesso da un soggetto apicale o da un subordinato nell’interesse o a vantaggio dell’organizzazione.
Sanzioni previste per i reati contro gli animali nel Decreto 231: rischi elevati per le imprese
Il nuovo articolo 25-undevicies delinea sanzioni estremamente severe, sia pecuniarie che interdittive. Nel dettaglio, l’ente coinvolto in un Reato Contro gli Animali 231 rischia:
- Sanzioni pecuniarie fino a 500 quote;
- Sanzioni interdittive fino a 24 mesi, che possono includere:
- sospensione dell’attività;
- interdizione temporanea dai rapporti con la Pubblica Amministrazione;
- revoca o sospensione di autorizzazioni e concessioni;
- pubblicazione della sentenza.
Di conseguenza, per le imprese l’impatto economico e reputazionale potrebbe essere devastante, soprattutto nei settori in cui è previsto un contatto con animali o una gestione della loro movimentazione.
Ambito soggettivo ed esclusioni
È utile precisare che restano escluse dalla responsabilità ex Decreto 231 tutte quelle condotte che rientrano in settori regolati da normative speciali, quali:
- caccia;
- pesca;
- allevamento regolato;
- spettacoli circensi riconosciuti.
Tuttavia, ciò non significa che questi settori siano completamente esenti da rischio. Anzi, laddove la normativa specifica venga violata o aggirata, l’ente potrebbe comunque incorrere in responsabilità.
Quali imprese saranno coinvolte dalle riforma dei reati presupposto contro gli animali del Decreto 231?
Le aziende che operano in settori strettamente legati alla gestione, cura e commercio di animali sono quelle maggiormente esposte ai reati contro gli animali 231. In particolare, le imprese agricole e zootecniche, che gestiscono allevamenti e produzione di carne, sono a rischio di violazioni legate al maltrattamento o all’uccisione illegale degli animali. Allo stesso modo, le aziende di trasporto di animali vivi o quelle che si occupano di macellazione e lavorazione carni devono garantire che tutte le operazioni siano conformi ai regolamenti sanitari e di benessere animale, per evitare il rischio di violazioni. Le attività circensi e le strutture che ospitano animali per spettacoli o attrazioni, come i parchi tematici, devono assicurarsi che gli animali siano trattati in modo etico e rispettoso delle normative. Inoltre, le aziende del settore pet care, come i pet shop e le cliniche veterinarie, sono vulnerabili alle sanzioni se non adottano politiche di benessere animale adeguate. Infine, anche le aziende che realizzano pubblicità o contenuti digitali con animali (come spot pubblicitari o video virali) devono essere particolarmente attente alla produzione di contenuti che potrebbero violare le nuove normative sulla diffusione di immagini di violenze contro gli animali.
Impatto sulla Compliance: cosa devono fare le aziende
L’introduzione dei Reati Contro gli Animali 231 modifica la mappa dei rischi e impone un’immediata revisione della compliance penale. Per questa ragione, le aziende, al fine di beneficiare della funzione esimente prevista dal D.Lgs. 231/01, dovranno aggiornare il proprio Modello Organizzativo. Gli adempimenti minimi includono:
- Analisi del rischio specifico legato agli animali;
- Adeguamento del Codice Etico con richiamo esplicito ai principi di tutela animale;
- Introduzione di procedure specifiche per la gestione e il trattamento degli animali;
- Formazione obbligatoria del personale;
- Monitoraggio e reportistica strutturata da parte dell’Organismo di Vigilanza.
Di fatto, ogni settore dovrà valutare la propria esposizione e calibrare le misure proporzionalmente.
Il ruolo centrale dell’Organismo di Vigilanza
L’Organismo di Vigilanza diventa ancora più centrale nella gestione dei rischi 231. Infatti, non solo dovrà vigilare sull’osservanza del Modello, ma anche:
- Verificare che le misure preventive in materia di tutela degli animali siano realmente attuate;
- Ricevere ed esaminare le segnalazioni di whistleblowing inerenti violazioni animaliste;
- Coordinarsi con le funzioni HR, logistica, qualità e legal per garantire coerenza normativa;
- Proporre aggiornamenti al Modello 231 quando necessario.
Va da sé che un OdV non attivo o sprovvisto delle competenze necessarie potrebbe rendere inefficace il Modello Organizzativo e compromettere la posizione dell’ente in sede processuale.
Settori particolarmente esposti
Sebbene ogni azienda sia tenuta a valutare il proprio rischio specifico, esistono comparti industriali nei quali l’esposizione ai Reati Contro gli Animali 231 è particolarmente elevata. Tra questi:
- Trasporto di animali vivi;
- Macelli e lavorazione carni;
- Aziende zootecniche e agricole;
- Pet shop e attività commerciali con animali;
- Società che realizzano eventi, mostre, spettacoli con animali.
Pertanto, in questi casi, la redazione e implementazione del Modello 231 deve essere particolarmente rigorosa, con controlli stringenti e formazione periodica.
Compliance e whistleblowing: sinergia necessaria
Il sistema di segnalazione interna previsto dal D.Lgs. 24/2023 sul whistleblowing rappresenta un ulteriore presidio per garantire il rispetto delle normative. In quest’ottica, le aziende dovranno:
- Integrare la possibilità di segnalare condotte in violazione della nuova disciplina animalista;
- Assicurare la protezione del segnalante;
- Mantenere una tracciabilità adeguata delle indagini interne;
- Assicurare il collegamento con il sistema sanzionatorio disciplinare aziendale.
In assenza di un efficace sistema di whistleblowing, la compliance 231 rischia di risultare formale e non sostanziale.
Modello Organizzativo 231 e Codice Etico: aggiornamenti obbligatori alla luce del nuovo DDL per i Reati contro gli animali
Il Modello Organizzativo 231 dovrà contenere, tra l’altro:
- Una sezione dedicata ai Reati Contro gli Animali 231;
- Specifiche misure di prevenzione per i processi sensibili;
- Un aggiornamento del Codice Etico che includa:
- il rispetto del benessere animale;
- il divieto di trattamenti crudeli;
- il divieto di condotte a fini di lucro che implichino sofferenza animale.
In definitiva, questi elementi, se redatti in modo preciso e coerente, contribuiranno a rafforzare la posizione dell’ente in sede di eventuale procedimento.
Il supporto dello Studio Soardi
Lo Studio Soardi di Bergamo e Brescia assiste da anni imprese in tutta Italia nella realizzazione e aggiornamento di Modelli 231, con un’attenzione particolare alle novità normative e al principio di compliance sostanziale. Inoltre, l’avvocato Stefano Soardi ricopre numerosi incarichi come Organismo di Vigilanza per aziende operanti in tutta Italia.
Affidarsi a uno studio con esperienza nella responsabilità amministrativa degli enti significa:
- costruire un modello veramente efficace;
- prevenire rischi sanzionatori;
- migliorare la reputazione aziendale;
- tutelarsi in caso di processo penale.
Conclusione
L’inserimento dei Reati Contro gli Animali 231 nel Decreto 231/01 segna una svolta importante nel panorama della compliance aziendale. Per le imprese, si tratta di un obbligo normativo ma anche di un’opportunità per dimostrare sensibilità etica e rispetto per il benessere animale. Per questa ragione, aggiornare tempestivamente il proprio Modello Organizzativo, formare i dipendenti e attivare un Organismo di Vigilanza realmente operativo sono oggi requisiti imprescindibili per ridurre i rischi e tutelare l’organizzazione nel suo complesso. Contattaci!