Reati Codice Rosso: guida completa per vittime e imputati

Indice
- Che cos’è il "Codice Rosso"
- I reati compresi nei Reati Codice Rosso
- Maltrattamenti contro familiari o conviventi
- Atti persecutori (stalking)
- Violenza sessuale e aggravata
- Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (revenge porn)
- Deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti al viso
- Costrizione o induzione al matrimonio
- Violazione dei provvedimenti di allontanamento e del divieto di avvicinamento
- Lesioni personali aggravate in ambito familiare e violenza assistita
- Condizioni di procedibilità dei Reati Codice Rosso
- Dati ISTAT sul fenomeno della violenza
- Il gratuito patrocinio per le vittime dei Reati Codice Rosso
- Giurisprudenza sui Reati Codice Rosso
- Agire subito è fondamentale
- FAQ – Domande frequenti sui Reati Codice Rosso
Che cos’è il "Codice Rosso"
Il termine “Reati del Codice Rosso” si riferisce alla legge 19 luglio 2019, n. 69, che ha introdotto una serie di modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per garantire una maggiore tutela alle vittime di violenza domestica e di genere.
Questa normativa ha istituito una corsia preferenziale per l’avvio delle indagini, imponendo al pubblico ministero di ascoltare la persona offesa entro tre giorni dalla denuncia.
Il sistema del Codice Rosso non si rivolge solo alle donne ma a chiunque sia vittima di comportamenti violenti o persecutori, in qualunque contesto familiare o relazionale.
Origine e finalità della legge
Il Codice Rosso è nato per rispondere all’aumento dei casi di violenza domestica, maltrattamenti e atti persecutori che, nel corso degli anni, hanno assunto una rilevanza sociale sempre più drammatica.
L’obiettivo del legislatore è stato duplice: accelerare i tempi della giustizia e introdurre nuove fattispecie di reato, tra cui il revenge porn e la deformazione permanente del volto, fenomeni in costante crescita.
La legge mira quindi a garantire una protezione immediata per le vittime e una risposta penale tempestiva nei confronti degli autori dei reati.
I reati compresi nei Reati Codice Rosso
Maltrattamenti contro familiari o conviventi
Il reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi (art. 572 c.p.) punisce chi infligge, in modo abituale, violenze fisiche o morali a un familiare o convivente.
Non serve che vi siano lesioni gravi: è sufficiente una serie di condotte umilianti, intimidatorie o oppressive tali da provocare uno stato di sofferenza continua nella vittima.
La Cassazione Penale ha stabilito che l’abitualità delle condotte è elemento essenziale del reato, e che anche un comportamento psicologicamente vessatorio può integrare la fattispecie.
Si tratta di uno dei reati più ricorrenti nell’ambito dei procedimenti per Reati Codice Rosso.
Atti persecutori (stalking)
Gli atti persecutori, disciplinati dall’art. 612-bis c.p., consistono in una serie di comportamenti reiterati – come pedinamenti, minacce, telefonate ossessive o controllo sui social network – che provocano nella vittima uno stato d’ansia o paura e la costringono a modificare le proprie abitudini di vita.
Lo stalking può manifestarsi anche attraverso forme di persecuzione digitale o psicologica.
Nei casi più gravi, il giudice può disporre immediatamente il divieto di avvicinamento o l’allontanamento dell’indagato dalla casa familiare.
La procedibilità è d’ufficio e la tutela della vittima è immediata.
Violenza sessuale e aggravata
La violenza sessuale, prevista dagli articoli 609-bis e seguenti del codice penale, punisce chi costringe o induce una persona a compiere o subire atti sessuali contro la propria volontà.
La norma include le ipotesi di violenza su minori, abuso di autorità, uso di armi o violenza di gruppo.
Si tratta di uno dei reati più gravi tra quelli inclusi nel Codice Rosso, con pene severissime e procedibilità sempre d’ufficio.
Oltre alla pena detentiva, possono essere disposte misure di protezione per la vittima e il divieto di avvicinamento per l’indagato.
Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (revenge porn)
L’art. 612-ter c.p. punisce chi diffonde o consegna immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso della persona ritratta.
Questo reato, noto come revenge porn, tutela la dignità e la privacy della vittima, spesso danneggiata in modo irreversibile.
La legge considera irrilevante che le immagini siano state originariamente scattate con consenso: ciò che conta è la mancanza di autorizzazione alla diffusione.
La pena è aumentata se il colpevole è un ex partner o se agisce tramite internet.
Il reato è procedibile d’ufficio e la trattazione è prioritaria per evitare la diffusione incontrollata del materiale online.
Deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti al viso
La deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti al viso, prevista dall’art. 583-quinquies c.p., punisce chi provoca alla vittima sfregi o lesioni irreversibili, come nei casi di aggressione con acido.
Questa norma rappresenta una risposta decisa a fenomeni di particolare crudeltà, in cui l’obiettivo dell’aggressore è distruggere l’identità fisica e morale della persona offesa.
Il reato è perseguibile d’ufficio e comporta pene aggravate, oltre all’arresto obbligatorio in flagranza.
È considerato una delle espressioni più gravi della violenza di genere.
Costrizione o induzione al matrimonio
L’art. 558-bis c.p. punisce chi costringe o induce un’altra persona a contrarre matrimonio o unione civile contro la propria volontà, mediante violenza, minaccia o abuso di autorità.
La norma tutela la libertà personale e la dignità della vittima, spesso minore o in condizione di vulnerabilità.
Questo reato è nato per contrastare i matrimoni forzati e le pratiche coercitive ancora presenti in alcuni contesti culturali.
È procedibile d’ufficio e comporta pene elevate, anche quando la costrizione avviene all’estero ai danni di un cittadino italiano.
Violazione dei provvedimenti di allontanamento e del divieto di avvicinamento
Il reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento o del divieto di avvicinamento (art. 387-bis c.p.) punisce chi, nonostante un ordine del giudice, torna a contattare o a frequentare la persona offesa.
È una fattispecie di tutela “successiva”, pensata per proteggere la vittima anche dopo l’emissione delle misure cautelari.
L’inottemperanza comporta la revoca delle misure alternative e può portare alla custodia cautelare in carcere.
Anche in questo caso, la procedibilità è d’ufficio.
Lesioni personali aggravate in ambito familiare e violenza assistita
Le lesioni personali aggravate, disciplinate dagli articoli 582, 585 e 576 c.p., assumono particolare rilievo quando avvengono in ambito familiare o alla presenza di minori.
La legge considera tali condotte ancora più gravi poiché la violenza, oltre a colpire direttamente la vittima, produce effetti devastanti su chi assiste, soprattutto sui figli.
Si parla di violenza assistita, riconosciuta come fattore di rischio per lo sviluppo psicologico dei minori.
Anche queste ipotesi sono perseguibili d’ufficio e rientrano pienamente nel quadro dei Reati Codice Rosso.
Condizioni di procedibilità dei Reati Codice Rosso
La quasi totalità dei Reati Codice Rosso è procedibile d’ufficio.
Ciò significa che il pubblico ministero può avviare l’azione penale anche senza una querela della persona offesa.
Questa scelta legislativa è volta a proteggere le vittime che, per paura o dipendenza, non riescono a denunciare tempestivamente.
La procedibilità d’ufficio garantisce allo Stato di intervenire immediatamente e di applicare misure cautelari in tempi rapidi.
Per l’imputato, questa caratteristica comporta la necessità di una difesa tempestiva, poiché le indagini si sviluppano in tempi molto brevi.
Dati ISTAT sul fenomeno della violenza
I dati dell’ISTAT mostrano che il 31,5% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni ha subito almeno una forma di violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
Il 55% delle vittime ha dichiarato di aver subìto violenza all’interno della coppia o in famiglia.
Oltre il 58% delle donne che hanno denunciato ha sviluppato ansia, depressione o disturbi post-traumatici.
Nel 2024, l’ISTAT ha registrato un aumento dei procedimenti per atti persecutori e maltrattamenti, segno di una crescente fiducia nelle istituzioni e di una maggiore efficacia delle misure introdotte dal Codice Rosso.
Il gratuito patrocinio per le vittime dei Reati Codice Rosso
Il gratuito patrocinio rappresenta una delle tutele più importanti previste per le vittime dei Reati Codice Rosso.
Consente di essere assistiti da un avvocato senza sostenere spese legali, poiché i costi vengono coperti dallo Stato.
La legge prevede che, per alcune tipologie di reati – tra cui violenza sessuale, maltrattamenti, stalking, revenge porn e costrizione al matrimonio – l’ammissione al patrocinio sia automatica, indipendentemente dal reddito.
Per ottenere il gratuito patrocinio, la vittima deve rivolgersi a un avvocato penalista che presenti la domanda presso il Consiglio dell’Ordine competente, allegando la documentazione che attesti la qualità di persona offesa.
Una volta ammessa, potrà beneficiare di tutela legale completa, inclusa la costituzione di parte civile e la richiesta di risarcimento dei danni.
Il gratuito patrocinio consente di agire senza ostacoli economici e rappresenta uno strumento fondamentale per garantire accesso effettivo alla giustizia e protezione immediata.
Estensione del patrocinio al Fondo Regionale dedicato
Le vittime che si affidano a un avvocato iscritto nell’Elenco degli avvocati patrocinanti esperti nel settore della violenza maschile contro le donne, come l'Avvocato Stefano Soardi, istituito presso l’Ordine degli Avvocati di Milano in attuazione dei protocolli d’intesa con la Regione Lombardia, possono accedere a un fondo regionale dedicato che consente il rimborso delle spese legali sostenute.
Tale misura, prevista dal protocollo del 21 novembre 2023, amplia l’accesso al patrocinio a spese dello Stato, estendendolo anche a chi supera i limiti di reddito ordinari (fino a tre volte superiori) e garantendo la copertura delle spese legali in procedimenti penali e civili connessi alla violenza di genere o agli atti persecutori.
Giurisprudenza sui Reati Codice Rosso
La Cassazione Penale, Sez. VI, Sentenza n. 19847/2022, ha stabilito che per configurare il reato di maltrattamenti in famiglia non è necessaria la presenza di lesioni fisiche, essendo sufficiente la reiterazione di condotte vessatorie e oppressive.
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 1/2021, ha confermato che le vittime di reati di violenza sessuale e domestica hanno diritto al gratuito patrocinio indipendentemente dal reddito.
Un’ulteriore pronuncia della Cassazione ha riconosciuto che anche la violenza economica, come la privazione del denaro o la gestione coercitiva delle risorse familiari, può costituire maltrattamento in famiglia.
Questi orientamenti confermano l’evoluzione della giurisprudenza verso una visione più ampia e concreta della tutela della vittima.
Agire subito è fondamentale
In presenza di un reato da Codice Rosso, la tempestività è determinante.
Le vittime devono denunciare immediatamente i fatti e rivolgersi a un avvocato penalista per essere guidate nella procedura di tutela.
L’imputato, dal canto suo, deve attivare una strategia difensiva immediata, poiché il pubblico ministero può disporre misure cautelari in tempi brevissimi.
Agire subito permette di proteggere i propri diritti, ottenere le misure necessarie e chiarire la propria posizione processuale nel modo più efficace.
FAQ – Domande frequenti sui Reati Codice Rosso
Cosa si intende per Reati Codice Rosso?
Sono i reati per i quali la legge 69/2019 ha introdotto procedure accelerate e misure di tutela rafforzate per le vittime.
Devo presentare querela per lo stalking?
No, è un reato procedibile d’ufficio.
Posso avere il gratuito patrocinio anche se ho un reddito alto?
Sì, le vittime dei Reati Codice Rosso hanno diritto al gratuito patrocinio a prescindere dal reddito.
Quanto tempo ha il Pubblico Ministero per sentire la vittima?
Entro tre giorni dalla denuncia.
Quali sono le pene previste per i maltrattamenti in famiglia?
La pena può arrivare fino a sette anni di reclusione, aumentata in caso di aggravanti.
Posso chiedere il risarcimento nel processo penale?
Sì, costituendoti parte civile.
Che cos’è la violenza assistita?
È la violenza commessa davanti a minori o familiari conviventi, che subiscono indirettamente gli effetti del reato.
Il Codice Rosso vale anche per gli uomini vittime di violenza domestica?
Sì, la tutela si applica a tutte le persone offese, indipendentemente dal genere.
