Reati ex Decreto Legislativo 231 del 2001

I Reati 231 costituiscono i cosiddetti “reati presupposto” previsti dal Decreto Legislativo 231 del 2001, che ha introdotto in Italia la responsabilità amministrativa degli enti. Ciò significa che, quando determinate condotte illecite vengono commesse nell’interesse o a vantaggio di una società, quest’ultima può essere chiamata a rispondere direttamente. Pertanto, conoscere i reati inclusi nel decreto diventa fondamentale, poiché l’adozione di un Modello Organizzativo 231 può ridurre sensibilmente il rischio di sanzioni pecuniarie e interdittive.

Per offrire un quadro completo, di seguito vengono illustrate le principali famiglie di reati, ognuna collegata a specifici articoli del Decreto 231/2001.


Reati contro la Pubblica Amministrazione – art. 24 e 25 Decreto 231/2001

Questa categoria comprende i delitti di corruzione, concussione, induzione indebita e truffa ai danni dello Stato o di enti pubblici. Si tratta di reati particolarmente rilevanti, poiché incidono direttamente sulla correttezza dei rapporti con l’amministrazione pubblica. Inoltre, la loro previsione mira a rafforzare la trasparenza e a contrastare comportamenti che minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.


Reati societari – art. 25-ter Decreto 231/2001

Rientrano in questa categoria le false comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.), l’ostacolo all’attività di vigilanza e la formazione fittizia del capitale sociale. Infatti, tali comportamenti possono alterare la rappresentazione della realtà economica della società e, conseguentemente, compromettere la correttezza del mercato. Per questo motivo il legislatore ha previsto una disciplina specifica.


Reati sicurezza sul lavoro – art. 25-septies Decreto 231/2001

L’ente risponde in caso di omicidio colposo (art. 589 c.p.) e lesioni personali colpose gravi o gravissime (art. 590 c.p.) derivanti da violazioni delle norme in materia di sicurezza. In questo ambito la ratio è chiara: incentivare le imprese ad adottare misure idonee a prevenire infortuni e a garantire ambienti di lavoro sicuri. Inoltre, l’inserimento di questi reati rafforza il principio di tutela del lavoratore.


Reati corruzione tra privati – art. 25-ter Decreto 231/2001

Questi reati riguardano episodi di corruzione tra operatori economici. In particolare, si configurano quando vengono offerte o ricevute utilità indebite per ottenere vantaggi competitivi. Pertanto, essi incidono sulla leale concorrenza e sulla correttezza delle dinamiche di mercato.


Reati tributari – art. 25-quinquiesdecies Decreto 231/2001

Questa categoria include i principali reati fiscali, tra cui:

  • Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti (art. 2 D.Lgs. 74/2000).
  • Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici (art. 3 D.Lgs. 74/2000).
  • Emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8 D.Lgs. 74/2000).
  • Occultamento o distruzione di documenti contabili (art. 10 D.Lgs. 74/2000).

Questi reati assumono un rilievo particolare perché compromettono la trasparenza fiscale e, conseguentemente, incidono sulla corretta riscossione delle imposte.


Reati ambientali – art. 25-undecies Decreto 231/2001

In questa categoria rientrano la gestione illecita dei rifiuti (art. 256 D.Lgs. 152/2006), l’inquinamento ambientale (art. 452-bis c.p.) e il disastro ambientale (art. 452-quater c.p.). Inoltre, la crescente sensibilità sociale verso la tutela dell’ambiente ha reso tali reati sempre più centrali, con l’obiettivo di responsabilizzare le imprese.


Reati transnazionali – Legge 146/2006 collegata al Decreto 231/2001

Si tratta di reati che superano i confini nazionali, come l’associazione per delinquere (art. 416 c.p.), il traffico di stupefacenti e la tratta di esseri umani. Di conseguenza, queste condotte richiedono una risposta coordinata a livello internazionale e, pertanto, il legislatore le ha incluse tra i reati presupposto.


Reati alimentari – art. 25-bis.1 Decreto 231/2001

Comprendono l’adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari (art. 440 c.p.) e la frode nell’esercizio del commercio (art. 515 c.p.). In questo caso, la previsione normativa intende garantire la sicurezza dei consumatori e, allo stesso tempo, tutelare la correttezza delle pratiche commerciali.


Reati contro l’industria e il commercio – art. 25-bis Decreto 231/2001

Questa categoria riguarda pratiche di concorrenza sleale, turbata libertà dell’industria o del commercio e frodi commerciali. Infatti, il legislatore ha voluto presidiare l’integrità del mercato e la correttezza degli scambi economici.


Reati abuso di mercato – art. 25-sexies Decreto 231/2001

Vi rientrano l’insider trading (art. 184 TUF) e l’aggiotaggio (art. 185 TUF). Pertanto, questi reati hanno come obiettivo quello di contrastare la manipolazione dei mercati finanziari e di proteggere gli investitori da pratiche illecite.


Reati ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio – art. 25-octies Decreto 231 del 2001

Questa categoria comprende la ricettazione (art. 648 c.p.), il riciclaggio (art. 648-bis c.p.), l’impiego di denaro illecito (art. 648-ter c.p.) e l’autoriciclaggio (art. 648-ter.1 c.p.). Inoltre, tali disposizioni sono state pensate per colpire l’immissione nel sistema economico di capitali di provenienza criminale.


Reati per utilizzo indebito di strumenti di pagamento elettronici – art. 25-octies.1 Decreto 231/2001

Riguardano le condotte fraudolente collegate a carte di credito, bancomat e altri strumenti di pagamento elettronici. Conseguentemente, la norma mira a garantire la sicurezza delle transazioni digitali e a contrastare le frodi informatiche.


Reati diritto d’autore – art. 25-novies Decreto 231/2001

Includono la riproduzione e distribuzione abusiva di opere protette dal diritto d’autore (artt. 171 e ss. L. 633/1941). In particolare, questa previsione assume rilievo nell’era digitale, in cui la diffusione di contenuti illeciti avviene con estrema rapidità.


Reati contrabbando e doganali – art. 25-sexiesdecies Decreto 231/2001

Questa categoria comprende le violazioni del Testo Unico delle Leggi Doganali (D.P.R. 43/1973). Inoltre, la previsione di questi reati mira a garantire la regolarità degli scambi commerciali e la corretta riscossione dei diritti di confine.

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