Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro: Tutto Quello che Devi Sapere tra Responsabilità, Difesa e Risarcimento

Un operaio infortunato. Una vittima di Lesioni Colpose sul Luogo di Lavoro

Cos’è il reato di Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro

Le Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro rappresentano una delle ipotesi più delicate del diritto penale in materia di sicurezza. Si verificano quando un lavoratore subisce una lesione personale a causa della violazione delle norme in materia di prevenzione degli infortuni o per mancanze organizzative imputabili a chi ricopre ruoli di garanzia all’interno dell’azienda.

L’articolo 590, commi 2 e 3, del codice penale punisce chi, per colpa, cagiona una lesione ad un’altra persona, prevedendo un aggravamento quando il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Il reato assume così una connotazione specifica, diversa rispetto alle ordinarie lesioni colpose, poiché il danno è connesso all’attività lavorativa e alla mancata adozione delle misure di sicurezza previste dal D.Lgs. 81/2008.


Quando si configura il reato di Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro

Il reato si configura quando ricorrono tre condizioni fondamentali:

  1. Una lesione personale subita da un lavoratore;
  2. Una condotta colposa, ossia non intenzionale ma contraria a regole di diligenza, prudenza o specifiche norme di sicurezza;
  3. Un nesso causale tra la condotta e l’evento lesivo.

La Cassazione Penale, Sez. IV, n. 20278/2022 ha ribadito che la responsabilità penale sussiste anche quando il datore di lavoro non ha personalmente eseguito la condotta lesiva, ma ha omesso di predisporre misure adeguate a prevenire il rischio, precisando che l’obbligo di vigilanza e formazione dei lavoratori non può essere delegato in modo meramente formale.


Chi può essere ritenuto responsabile

La responsabilità per Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro può ricadere su più soggetti, a seconda delle funzioni esercitate e dell’organizzazione aziendale. Tra i principali:

  • Datore di lavoro, quale titolare della posizione di garanzia e responsabile dell’organizzazione complessiva della sicurezza;
  • Dirigente, che attua le direttive del datore di lavoro e organizza l’attività produttiva;
  • Preposto, che sovrintende alla corretta esecuzione delle attività lavorative;
  • RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), se omette di segnalare rischi o di predisporre le necessarie misure preventive.

La Cassazione Penale, Sez. IV, n. 18413/2019, ha chiarito che anche il lavoratore può concorrere nel reato, se adotta comportamenti imprevedibili o contravviene alle regole di sicurezza, ma solo se la sua condotta sia abnorme, cioè del tutto estranea al processo lavorativo e imprevedibile per i soggetti garanti.


Il ruolo del D.Lgs. 81/2008

Il Decreto Legislativo 81/2008, noto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, rappresenta il principale riferimento normativo per la prevenzione degli infortuni.
Stabilisce obblighi precisi per datori di lavoro e dirigenti, come la valutazione dei rischi, la formazione del personale, la manutenzione dei macchinari e la predisposizione dei dispositivi di protezione individuale.

La violazione di queste norme può comportare non solo responsabilità penale personale, ma anche la responsabilità amministrativa dell’ente ai sensi del D.Lgs. 231/2001, qualora il reato sia commesso nell’interesse o a vantaggio dell’azienda.


Lesioni gravi e gravissime: le conseguenze

La legge distingue tra lesioni lievi, gravi e gravissime.

  • Le lesioni gravi si configurano quando la malattia o l’incapacità a lavorare supera i 40 giorni o vi è un indebolimento permanente di un senso o organo.
  • Le lesioni gravissime si verificano nei casi di perdita di un arto, della vista, o di una funzionalità essenziale.

Secondo la Cassazione Penale, Sez. IV, n. 4206/2024, l’aggravante derivante dalla violazione delle norme antinfortunistiche comporta un aumento significativo della pena, anche quando il datore di lavoro ha delegato parte delle funzioni, se non ha vigilato sull’effettiva attuazione delle misure di sicurezza.


Quando il reato è procedibile d’ufficio o a querela

La procedibilità varia a seconda della gravità della lesione.

  • Le lesioni gravi o gravissime sul lavoro sono procedibili d’ufficio, cioè il procedimento si avvia automaticamente.
  • Le lesioni lievi, invece, sono procedibili a querela della persona offesa, che deve presentarla entro tre mesi.

Tuttavia, se le lesioni lievi derivano da violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, la Cassazione (Sez. IV, n. 16080/2021) ha chiarito che il reato è sempre procedibile d’ufficio, poiché la tutela della salute del lavoratore prevale sull’interesse privato alla remissione di querela.

In questi casi la querela non è quindi necessaria. Tuttavia è sempre consigliabile contattare un avvocato penalista per capire come meglio agire.


Le sanzioni previste dal Codice Penale

L’art. 590 del codice penale prevede pene variabili a seconda della gravità del danno e delle circostanze aggravanti.

  • Per lesioni gravi: reclusione da 3 mesi a 1 anno.
  • Per lesioni gravissime: reclusione da 1 a 3 anni.
    Quando il fatto è commesso con violazione delle norme antinfortunistiche, la pena è aumentata fino a un terzo.

In presenza di più vittime o di un comportamento particolarmente grave, il giudice può applicare pene più elevate e interdittive, soprattutto se l’azienda non era dotata di un Modello Organizzativo 231 idoneo.


La responsabilità dell’ente ai sensi del D.Lgs. 231/2001

Le Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro possono comportare anche la responsabilità dell’azienda ai sensi del D.Lgs. 231/2001, quando l’evento lesivo è collegato a una carenza organizzativa o all’omessa adozione di protocolli di sicurezza.
L’articolo 25-septies del decreto prevede sanzioni pecuniarie e interdittive anche molto severe, che possono arrivare alla sospensione dell’attività o al divieto di contrarre con la pubblica amministrazione.

La giurisprudenza (Cass. Pen., Sez. IV, n. 16598/2023) ha precisato che la responsabilità dell’ente sussiste anche quando l’illecito deriva da un singolo episodio, purché sia dimostrata la colpa di organizzazione, cioè l’assenza di modelli efficaci di prevenzione.


Difendersi da un’accusa di Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro

Chi è indagato per Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro deve affrontare un procedimento complesso, che richiede una strategia difensiva costruita sin dalle prime fasi delle indagini preliminari.
È fondamentale analizzare il nesso di causalità, la presenza di eventuali comportamenti anomali del lavoratore e l’effettiva adozione delle misure di prevenzione.

La difesa può fondarsi su:

  • l’esistenza di una delega di funzioni valida e correttamente attuata;
  • la formazione adeguata dei lavoratori;
  • la mancanza di prevedibilità dell’evento;
  • la documentazione che dimostra la regolare manutenzione e il rispetto delle procedure.

Il punto di vista delle vittime e dei familiari

Per le vittime di Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro, il percorso è spesso doloroso e complesso. La legge tutela il loro diritto a ottenere un risarcimento integrale dei danni subiti, sia patrimoniali (perdita di reddito, spese mediche, riabilitazione) sia non patrimoniali (danno biologico, morale ed esistenziale).

I familiari delle vittime possono costituirsi parte civile nel processo penale per ottenere il risarcimento all’interno del procedimento, senza dover avviare un autonomo giudizio civile.

Il diritto al risarcimento è riconosciuto anche nei casi in cui il lavoratore abbia riportato danni permanenti che limitano la capacità lavorativa o la qualità della vita.


La costituzione di parte civile nel processo penale

La costituzione di parte civile consente alla persona offesa o ai suoi eredi di chiedere il risarcimento direttamente nel processo penale, ottenendo una sentenza che accerti la responsabilità e liquidi il danno.
È una scelta strategica, poiché consente di partecipare attivamente al dibattimento e di avere accesso agli atti d’indagine.

In molti casi, i giudici riconoscono anche provvisionali immediate, cioè somme di denaro che l’imputato o la società devono versare in attesa della quantificazione definitiva del danno.


Il risarcimento del danno e l’intervento dell’assicurazione

In presenza di un infortunio sul lavoro, l’INAIL interviene per garantire al lavoratore un indennizzo economico. Tuttavia, l’indennizzo non copre integralmente tutti i danni subiti, motivo per cui la vittima può chiedere ulteriori somme a titolo di risarcimento.

L’assicurazione dell’azienda può essere chiamata in causa per coprire la responsabilità civile derivante dal reato, ma resta sempre essenziale dimostrare che la lesione derivi da una violazione delle norme antinfortunistiche.


Le indagini e il ruolo dell’Avvocato Penalista

Durante le indagini preliminari, vengono acquisiti verbali dello SPISAL o dell’ASL, testimonianze dei colleghi, documentazione tecnica e perizie.
Un Avvocato Penalista può intervenire tempestivamente per tutelare i diritti dell’indagato o della vittima, richiedendo consulenze tecniche di parte, verificando la catena delle responsabilità e partecipando agli accertamenti tecnici irripetibili.

Soardi Studio Legale assiste imputati, vittime e familiari in procedimenti per lesioni colpose e omicidio colposo sul lavoro, garantendo una tutela completa sia sotto il profilo penale che risarcitorio.


Quando il lavoratore può essere ritenuto corresponsabile

Non sempre la responsabilità ricade solo sul datore di lavoro. Se il lavoratore adotta condotte imprudenti o contrarie alle direttive ricevute, può essere considerato corresponsabile.
Tuttavia, la Cassazione Penale, Sez. IV, n. 11885/2023, ha precisato che la colpa del lavoratore non esclude automaticamente quella del datore, che resta tenuto a prevedere anche comportamenti negligenti, salvo che siano del tutto anomali e imprevedibili.


Come prevenire le Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro

La prevenzione resta la chiave per evitare infortuni e responsabilità.
Un’efficace politica aziendale di sicurezza deve comprendere:

  • valutazione e aggiornamento costante dei rischi;
  • formazione periodica dei dipendenti;
  • sorveglianza sanitaria e DPI adeguati;
  • aggiornamento del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR);
  • adozione di un Modello Organizzativo 231 per la gestione della sicurezza.

FAQ – Domande Frequenti sulle Lesioni Colpose Sul Luogo di Lavoro

Qual è la differenza tra lesioni colpose e dolose?

Le lesioni colpose avvengono per negligenza o inosservanza delle regole di sicurezza, senza volontà di nuocere; quelle dolose sono invece intenzionali.

Quando il datore di lavoro non è responsabile?

Quando dimostra di aver adottato tutte le misure preventive e che l’evento sia dipeso da un comportamento anomalo e imprevedibile del lavoratore.

Cosa succede se il lavoratore non indossa i dispositivi di sicurezza?

Il mancato uso dei DPI può ridurre la responsabilità del datore, ma non la esclude del tutto se non vi è stata un’adeguata vigilanza.

Come può difendersi un imputato?

Dimostrando l’effettiva adozione delle misure di sicurezza, l’esistenza di una delega valida o l’imprevedibilità dell’evento.

Cosa può fare una vittima per ottenere il risarcimento?

Può costituirsi parte civile nel processo penale, rivolgendosi a un Avvocato Penalista che segua sia la fase penale sia quella risarcitoria.

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